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I Leoni e l'Aquila
Intervista alla Fossa dei Leoni 1970 Fortitudo Bologna

22. C’è stato nel corso degli anni un ricambio generazionale significativo all’interno della Fossa? E se sì, com’è stato gestito, visto che come gruppo non sembrate averne risentito in negativo, essendovi mantenuti sempre su buoni livelli sia in termini quantitativi che qualitativi?

Se per significativo s’intende un gruppo consistente di facce nuove a cui ad un certo punto si sono affidate le redini del gruppo, allora no.

La Fossa è un gruppo che va avanti da anni con una base che è rimasta sempre la stessa e a cui, di quando in quando, si aggiunge qualche faccia nuova. Chiaramente, il fatto di essere da tanto tempo insieme comporta tanti aspetti positivi ma anche qualche limite. Di sicuro riteniamo che sia una fortuna per la Fossa il fatto di poter contare su di un gruppo ben amalgamato che si frequenta da lungo tempo perché ciò consente ai più giovani di entrare e assimilare lo spirito della Fossa, prima di diventare loro stessi parte del gruppo.

35Certo, il fatto di non avere un consistente e continuo ricambio generazionale al nostro interno, alla lunga potrebbe comportare qualche difficoltà. Ma, al momento, la cosa non ci preoccupa. Anzi, paradossalmente abbiamo avuto più ragazzi giovani che si sono avvicinati alla Fossa in quest’ultimo anno in cui abbiamo militato nella quarta serie del basket italiano (lo scorso campionato 2011/2012, NdR) dopo che eravamo precipitati dalla serie A alla terza serie prima, e dopo essere rimasti un anno intero senza una squadra da seguire, poi, piuttosto che gente nuova che si era avvicinata al gruppo negli anni passati in cui, al contrario, eravamo ai massimi vertici del basket professionistico italiano ed europeo.

Il perché di questa situazione paradossale non siamo ancora riusciti a spiegarcelo, ti dico solo che al ritorno da una delle nostre ultime trasferte, dopo che eravamo stati eliminati dalla corsa alla promozione, ci si raccontava e si riteneva pazzesco come un gruppo come quello attuale potesse ritrovarsi a militare in una categoria così bassa. Tieni presente che era una situazione molto particolare, in cui ci giocavamo il tutto per tutto contro una squadra forte e in una trasferta che ci era stata vietata (Lucca, NdR) ma alla quale abbiamo comunque partecipato, presentandoci ugualmente e riuscendo ad entrare tutti. Abbiamo perso ma a fine partita abbiamo ugualmente festeggiato i nostri giocatori, ringraziandoli per l’impegno profuso durante tutto l’anno, consapevoli che quello che ci aspettava, nella migliore delle ipotesi, era un altro anno in questa categoria.

Tutto questo per farti capire che è proprio in momenti come questo, quando si è letteralmente nella merda, che torna a venire fuori il vero “Spirito Fortitudo” che è una delle caratteristiche della nostra tifoseria, la quale riesce sempre a dare il meglio di sé nelle situazioni peggiori e più complicate. Si spiegano anche così, ad esempio, gli oltre mille spettatori di media presenti quest’anno al PalaDozza per seguire una squadra di quarta serie e gli oltre cinquanta di media in trasferta, in un clima di grande entusiasmo che, appunto, ha fatto avvicinare anche diversi ragazzi giovani al nostro gruppo.

Per assurdo, se fossimo stati ancora in serie A e con una squadra “normale”, forse non avremmo avuto tutto questo.

Speriamo solo che tutto questo patrimonio di entusiasmo che siamo riusciti a creare, non vada disperso a causa delle vicende che riguardano la nostra società.

Per quel che riguarda, invece, il modo in cui siamo riusciti a gestire il ricambio generazionale, possiamo dire che grossa parte del merito va riconosciuta agli stessi ragazzi che si sono avvicinati alla Fossa, perché hanno avuto l’umiltà e la pazienza di entrare nel gruppo “in punta di piedi”, sapendo di dover “fare la gavetta” e rispettando quelle che sono le regole e le gerarchie presenti all’interno del gruppo stesso. Da parte dei più vecchi della Fossa c’è sempre la volontà di “lavorare”, a livello umano, per far crescere i ragazzi più giovani e coinvolgerli attivamente nelle attività del gruppo, ma dalla nostra abbiamo la fortuna che quei pochi che entrano in Fossa si dimostrano poi dei ragazzi davvero in gamba.

42Va poi anche detto che oggigiorno è forse un po’ più facile fare la gavetta all’interno della Fossa, contrariamente a quanto avveniva negli anni ‘80 e ‘90, quando il gruppo era forse un po’ più chiuso rispetto ad oggi e metteva duramente alla prova le nuove leve prima di accettarle definitivamente al proprio interno. Erano tempi in cui, se eri un ragazzo giovane che cominciava a frequentare la Fossa, poteva capitare che dopo dieci riunioni a cui partecipavi nessuno ancora conoscesse il tuo nome e, naturalmente, difficilmente ti veniva permesso di dire la tua. Come si dice da noi, se eri il “cinno” (giovane, NdR) della situazione, rimanevi il cinno per un bel po’.

Domanda 23